Cenni storici

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Levatrici: la storia

Le origini delle levatrici risalgono all'incirca a quella dell'umanità.
In passato il parto era tenuto molto in considerazione, veniva gestito solo ed esclusivamente da donne, i riferimenti delle lavatrici si ritrovano negli Egizi e nel Vecchio Testamento, questa figura si trovava anche nelle antiche civiltà Greche e Romane, mentre i medici intervenivano solo nelle situazioni gravi e disperate: l'attenzione al parto da parte dei medici fu solo teorica.

Nell’Alto Medioevo, molto spesso e in particolare durante il periodo della Riforma e della Controriforma, la levatrice venne vista come depositaria di una serie di pratiche che potevano indurre malefici e sortilegi. Nei secoli XV e XVI la tipologia della “strega-ostetrica” si ritrova nei trattati demonologici come il, manuale inquisitoriale che mandò tante donne al rogo. Nel Cinquecento in Italia il primo manuale redatto fu “La Comare o la raccoglitrice” di Scipione Mercurio, scritto in volgare per permetterne la lettura alle Ostetriche che non avevano nessuna istruzione. La Chiesa quindi dovette eliminare le streghe, perchè erano viste come simbolo paganico; la strega era chiamata per assistere le donne che partorivano amata e onorata. Tra esse c'era chi aveva raggiunto un alto livello di specializzazione come ad esempio combattere i dolori naturali del parto. Dalla Chiesa quindi non era visto di buon occhio, sostenevano che tutto questo fosse contro la volontà di Dio, sia la scienza che la Chiesa si unirono allo scopo di eliminare e distruggere le streghe.

Nel Rinascimento ha inizio la vera scienza ostetrica, dopo anni di caccia alle streghe, avviene l'ascesa del medicodi figura maschile, la gravidanza e il parto vengono studiati come fenomeno biologico, non può mistico. Questo cambiamento è testimoniato dall’arte: nei dipinti di questo periodo scarseggiano le scene di parto come se questo tema non fosse più così “sacro” da dipingerlo.
Dal 1500 la Chiesa volle che le levatrici, nella necessità di amministrare il battesimo, fossero istruite ed approvate per iscritto sia dal Vescovo che dal Parroco, dopo all'incirca 13 anni comparse il primo libro di argomento osterico, e riscoperto il taglio cesario (infatti esso ha origini ben più remote, e veniva praticato quando una donna moriva, allo scopo di salvare il bambino che portava in grembo).
Dalla fine del 1600 e per tutto il 1700 l’uomo entra nella pratica professionale provvedendo a inventare e collaudare strumenti chirurgici, come il forcipe, per aiutare le donne nei parti difficili, sostituendo, con il tecnicismo, l’abilità pratica della levatrice.
Nel 1700, in Europa nascono le prime scuole di nozione ostetrica, per far fronte alla moria di donne e bambini durante il parto e di arginare l’esercizio abusivo della professione. La febbre puerperale, durata due secoli, determinava il decesso di circa il 10% di mamme e bambini, soprattutto tra le donne di ceto modesto che partorivano in ospedale dove le norme igieniche erano inesistenti; solo a metà del 1800 un medico viennese, ne scopri la causa: che fu proprio la scarsa pulizia delle mani dei medici.

In italia la prima scuola per levatrici fu a Torino e nel 1728 venne aperto presso l’ospedale S. Giovanni una sala parto per l’abilitazione pratica alla professione di ostetrica.
Nel dopoguerra la scienza si occuperà completamente il processo del parto rendendolo totalmente tecnico, i parti vengono svolti prevalentemente in ospedale, e verrà introdotto l'utilizzo dell'ossitocina sintetica e dell’epidurale. Intorno al 1970 il compagno o marito della partoriente può accedere alla sala parto e negli anni '80 hanno inizio i primi parti a domicilio e la rivalutazione del parto naturale.